INSEGNARE IL TRACKING

Dall’esperienza di allieva a quella di Istruttore

Ho sempre considerato l’apprendimento di un’Arte un prezioso privilegio, un elemento quasi imprescindibile per la natura umana. Siamo fatti per imparare, e questo lo dimostra persino la storia più antica, quando i nostri antenati hanno gettato le basi della sopravvivenza attraverso la conoscenza del territorio e delle stagioni al fine di costruire con successo le prime comunità e proteggere i confini dei primordiali insediamenti.

Siamo fatti per imparare arti, tecniche e scienze atte a garantirci una vita migliore, e con noi alla nostra progenie. Così è stato per la caccia, per l’orientamento, per l’accensione del fuoco, per la preservazione del cibo, per l’edificazione di solidi ripari. La storia dell’umanità si potrebbe, in sintesi, ridurre a due verbi: apprendere e tramandare. Tra essi c’è spazio per l’evoluzione, per i fallimenti e per i successi, per la conservazione così come per la distruzione. 

Di certo imparare non è un processo immediato, nè semplice. 

Se per alcuni individui determinate arti e tecniche appaiono quasi congenite, per altri rappresentano, almeno inizialmente, una serie di ostacoli che solo il tempo e l’esperienza possono portare al livello di una metodocità quasi automatica. 

“La psicologia afferma che l’apprendimento è la somma delle seguenti circostanze: disposizione, prontezza d’intelligenza, proposito di apprendere, interesse verso ciò che si deve apprendere.”

Questa frase mi trova pienamente d’accordo. 

Se tuttavia pensiamo al concetto enucleato poche righe sopra, racchiuso nel verbo tramandare, l’apprendimento diventa anche una conquista, un passaggio di vitali informazioni da un soggetto ad un altro. Anche in questo caso, mi piace considerare l’atto del trasferimento di tali dati un privilegio a cui chi insegna deve rendere il giusto onore.

Ho avuto la fortuna di avere Istruttori che definire preparati non renderebbe loro l’adeguata giustizia. Mossi da una passione genuina verso l’Arte del Tracking mi hanno trasmesso non solo fiducia nelle mie capacità, ma anche sicurezza nel muovere i miei primi passi nella identificazione delle tracce e nella loro corretta interpretazione. Senza la loro pazienza e dedizione sarei probabilmente sperduta in una lettura costante ma sterile di libri e in una visione continua di filmati su YouTube, in un privato universo solipsistico che non mi consentirebbe di addentrarmi con consapevolezza in un’arte che richiede costante impegno in termini di addestramento. Senza la coerenza e l’integrità morale (valore, quest’ultimo, molto caro al popolo americano) che tali Istruttori mi hanno inculcato non avrei probabilmente compreso che questi due concetti sono il fondamento del Tracking stesso, e lo sono da migliaia di anni, in quanto, come visto nelle edizioni precedenti di Survival & Reporter, questa Scienza non ha assistito a cataclismi interiori, essendo rimasta sostanzialmente la medesima fin dall’origine dei tempi. 

Spesso mi sono domandata perchè il mio cammino mi ha condotta a volere imparare a leggere le tracce e a insegnare come farlo, complici anche alcune interviste radiofoniche in cui mi è stata posta la medesima domanda. La mia risposta è sempre stata la stessa: perchè ne ero affascinata sin da bambina. E perchè credo fortemente nella bontà di quest’arte. Altrettanto frequentemente ho associato al Tracking il sostantivo plurale benefici. Il Tracking non è un’Arte fine a sé stessa, è un’arte benefica. 

Secondo l’Enciclopedia Treccani “Che fa abitualmente del bene, che si dedica ad opere di beneficenza: persona b.; ente,istituto benefico. Più genericam., riferito a cosa, che arreca beneficio, che fa bene, che giova”.

Verso qualcosa di talmente significativo, quindi, il mio atteggiamento in primis non può che essere di devozione e di umiltà, e sono questi i valori che cerco di trasmettere a tutti i miei allievi che si accingono a imparare i fondamenti del Tracking. Mi ritrovo abitualmente a sottolineare loro di non avere fretta di vedere, di interpretare; per quanto dettato dal desiderio onesto di addentrarsi velocemente in questa Arte, sconosciuta ai più, tuttavia un atteggiamento mosso dalla fretta si rivela rapidamente negativo. E certamente questo non solo nella lettura delle tracce!

Un bravo Istruttore deve essere innanzitutto una brava guida, deve avere la capacità di comprendere  il grado di attenzione di ciascun Studente ed indirizzarlo correttamente all’apprendimento della metodologia e dell’interpretazione in maniera costante e sempre positiva. Questo è quanto ho imparato dai miei Istruttori, e questo è quello che, con umiltà, sto cercando di proporre con il mio metodo di insegnamento. Onestà verso il proprio background e  disponibilità verso gli studenti sono altri due valori per me del tutto imprescindibili; essi, uniti alle buone maniere (so di essere molto ottocentesca in questo mio modo di pensare!) e alla consapevolezza di crescere insieme agli allievi, sia come Tracker sia come persona, rappresentano i pilastri di una tramissione di informazioni precisa e appagante per tutti gli individui coinvolti.

Con tutta sincerità posso affermare che ogni classe da me tenuta mi arrichisce nel profondo: i miei studenti mi rendono non solo un Istruttore migliore in quanto mi fanno crescere attraverso le loro domande, attraverso il loro impegno (e specifico, me lo dimostrano con qualunque condizione climatica!), attraverso i loro fallimenti e i conseguenti successi nei singoli esercizi a cui vengono sottoposti, ma anche nella mia sfera più intima, donandomi  maggior consapevolezza che non ci sono differenze di grado e di certificazioni tra noi: condividendo la passione per il Tracking siamo tutti eterni allievi di questa incredibile e duratura Arte!

Kyt Lyn Walken

Official Representative & Instructor at Hull’s Tracking SchoolThe way of Tracking – European Mantracking SchoolCertified Wildlife Conservation Ranger at Conservation Ranger Operations Worldwide
Directora de Rastreo Humano por Dynamic Tracking (Spain)

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